Oggi entro in terza e tutti sono allegri. Scherzano, sorridono, fanno domande. Anche quando comincio a interrogare in latino, loro non perdono il buonumore. Intervengono, propongono varianti alla traduzione, sono ironici e divertenti. L’ora passa in un attimo. Sono stanco, perché è la quarta ora, ma non me ne accorgo più. Riesco persino a dare un cinque senza sentirmi troppo in colpa e senza mutare l’umore della classe.
E di tutto questo, la cosa più bella è che è tutta un’allegria senza motivo. Una voglia improvvisa di stare al mondo. Così, forse solo perché hanno diciassette anni.
Sicuro che fosse un’allegria senza motivo? Non è che magari hanno sorteggiato l’insegnante per l’inaugurazione della palestra?
Ah ah…bella questa. Te lo dicevo io Scorfano…
Battuta a parte…
Siamo una terza liceo scientifico ed è appena finita la seconda ora. Il professore della terza entra in aula. Accenna un buongiorno, si siede e inizia a spiegare. La terza è sempre la nostra ora migliore: ci siamo svegliati da poco e non siamo ancora stanchi. Eppure oggi la classe è seria, passiva, spenta. Nessuna partita di baseball improvvisata, nessun bisbiglìo fra i banchi, nessuna battuta sull’insegnante. Tutti prendono appunti sui fogli squadrati a matita di un quaderno ad anelli, perfino Vincenzo. Il professore non fa domande, noi nemmeno. L’unico “fuori tema” è un rimprovero a me perché ho guardato l’orologio.
Eppure anche noi avevamo diciassette anni.
Forse un intervento inutile il mio, ho solo riflettuto su una cosa. Dopotutto l’età non c’entra. Lampi di estrema felicità e istanti di profonda tristezza si alternano, spesso convivono, che tu abbia vent’anni o quaranta. Ora mi torna alla mente una citazione di Saramago che avevo scordato. (E chiedo venia se vado un attimo fuori tema ed entro nelle “età problematiche”.) Il premio Nobel portoghese ha scritto che “la gioventù non sa quel che può, la maturità non può quel che sa”. Mi chiedo solo, nella vita esiste un’età che può quel che sa e sa quel che può?
Be’, la battuta mettiamola pure da parte, ma era bellissima.
Grazie scorfano, azzarderei che fosse perfino sublime, eccelsa. Modestia…ma sì, a parte pure lei!