Oggi una mia alunna mi ha chiesto se le prestavo il libro con tutte le poesie di Gozzano. Mi ha detto che lo ha cercato nella libreria del nostro paese e nella biblioteca di un altro paese senza trovarlo. Questo tanto per smentire tutte le considerazioni fatte qui un mese fa. E per dire che è un mestiere pieno di sorprese, il mio. E che la mattina ti alzi, pensi che tutto sarà sempre uguale, e invece no, non è mai tutto uguale, perché i ragazzi sono tutti diversi, uno dall’altro e ogni anno dall’altro.
Ma è anche per dire un’altra cosa, meno commovente. E cioè che se a qualcuno parli di qualcosa che all’apparenza è magari noioso e non interessante, se tu gliene parli con una certa convinzione, non è detto che questo qualcuno non se ne interessi. E non è detto che non scopra qualcosa (oggi mi sento ottimista).
E questo assomiglia un po’ (a me pare che assomigli un po’) al contraddire quella logica pretestuosa e giustificatoria di molti marchettari della tv e dell’editoria, per cui è necessario dare al pubblico quello che il pubblico chiede, perché altrimenti non si otterrebbe nessun tipo di risultato se non quello di perderlo in quanto pubblico. Che è appunto una logica falsa e colpevole, che non può bastare a giustificare chi in realtà non ha nessuna voglia o nessuna intenzione di dare al pubblico dell’altro, perché tutto sommato è più comodo e gli conviene così. Il pubblico non può chiedere quello che non gli si propone, è fin troppo evidente.
La mia alunna non mi avrebbe mai chiesto il libro delle poesie di Gozzano se io, in qualche modo, non ne avessi parlato in classe. Anche quando parlarne in classe sembrava così poco stimolante. Poi magari il libro che le ho prestato le farà schifo, ma non è molto importante a questo punto. L’importante è che me lo abbia chiesto. E che il libraio del paese abbia dovuto rinunciare a una decina di euro, per aver fatto la colpevole scelta di non tenerlo nei suoi scaffali; schiavo anche lui della logica in cui lo hanno imprigionato.
(Quanto poi mi sia emotivamente costato prestarle il mio libro delle poesie di Gozzano, non ve lo sto nemmeno a dire.)
Scusa se insisto:
http://www.liberliber.it/biblioteca/g/gozzano/index.htm
Lo so, non è un libro e bisogna stamparsi il file, ma per iniziare penso vada bene lo stesso.
Per l’acquisto dei libri consiglio (anche) la Rete (a richiesta il mio pusher di riferimento 🙂 )
Poi noto con piacere che tenere un blog ti costringe ad essere meno pessimista sul prossimo. Io scommetto che almeno un altro alunno, fra 10 anni, si ricorderà della tua lezione su Gozzano e inizierà a studiarlo e a leggerlo. E ad almeno alla metà dei tuoi alunni rimarrà qualcosa della tua lezione per sempre.
Sul prestito dei libri: non riesco a dire di no se qualcuno mi chiede in prestito un libro, ma mi @#! come una bestia quando scopro che non ricordo a chi l’ho prestato e non è mai ritornato!
Eh, ma il piacere del libro è un’altra cosa, però… E non riesco a biasimarli gli studenti che vogliono un oggetto da sfogliare. Dovrei forse, ma non riesco.
@scorfano
No, scusa, c’è stato un malinteso. Io sono un feticista del libro stampato e quindi so bene cosa vuol dire avere un libro da sfogliare.
Volevo solo consigliare un luogo dove reperire dell’ottima letteratura a costo zero. Giusto per soddisfare una curiosità o per fare una ricerca all’interno del testo. Poi, o ci si munisce di stampante (laser), o si va in libreria. Non c’è scampo. 🙂