Lo ha già notato .mau. in un suo post, ma mi accodo volentieri. Le affermazioni del ministro Ignazio La Russa, secondo cui l’allontanamento dei barconi dei migranti è in realtà un atto molto meno crudele del loro accoglimento, in quanto evita che «dei poveri disgraziati siano chiusi mesi e mesi in condizioni pessime», sottintendono una verità amara che non stupisce più nessuno. E cioè, che i CIE (i centri di identificazione dei migranti) presenti sul territorio italiano siano dei veri e propri lager in cui le persone vengono rinchiuse per mesi in condizioni pessime.
Sarebbe bello poterne chiedere conto al ministro e ai suoi colleghi: Perché in condizioni pessime, scusi? Non si può evitare che le condizioni siano pessime, scusi? E di chi è la responsabilità di questa condizioni pessime, scusi?
E invece la cosa più facile è dare per scontato che sia così, e voltare pagina. E non essere nemmeno pessimisti, tra l’altro.
E ancora, perché mesi e mesi, scusi?
E poi, ma le sembra che starsene in un Centro di Identificazione ed Espulsione sia equivalente a quella di morire di sete nel deserto? E se sì, perché dovrebbe essere così, scusi?
E via, altro giro, altro regalo!
In un paese dove i carceri scoppiano.
http://www.garantedetenutilazio.it/opencms/export/sites/gddl/_allegati/detenuti_8_febbraio.pdf
come possiamo pensare che strutture d’accoglienza provvisorie possano funzionare?
Ok, sono il primo a dire che si tratta di una situazione eccezionale, ma quando “l’eccezionalità” diventa consuetudine (e questo capita spesso) la cosa comincia a preoccuparmi.
Chiaro che non possiamo pensarlo. Ma non dovremmo nemmeno dichiararlo ai quattro venti come se fosse la più scontata delle verità, almeno. E ancora di più se siamo ministri e quindi responsabili di tale scempio, tra l’altro.
Ministro dello…scempio?
Speriamo almeno sia senza portafoglio. 😦
http://gavavenezia.blogspot.com/2009/05/ultimatum.html
guardati la vignetta di ieri, giusto per ridere un po’…
bacio
Sì, ho riso un bel po’. Grazie.
L’accoglienza era quanto mai opportuna. I nostri ministri (e i loro cortigiani), nonostante vivano sul territorio (lo leggo altrove sul blog), non sanno cosa significhi portare in porto un povero migrante. Sono tanto poveri di spirito da non sapere, e nemmeno sospettare, quali presagi nascondano le parole. Opportuno era opportuno, no?
E la condizione? E’ il frutto di un accordo, che se è pessimo è colpa di chi doveva disporlo.
Caro scorfano, forza, sii buono, l’ultimo sforzo della solita giornata faticosa: spiegaglielo tu, dal salottino con angolo cottura…