Leggo l’«Amaca» di Michele Serra dedicata al web e già citata da molti blogger: mantellini la riporta per intero, wittgenstein quasi, squonk ne estrae una piccola sentenza, falso idillio la viviseziona, letteralmente. La leggo e la rileggo e, detto che non comprendo e ovviamente nemmeno condivido l’avversione pregiudiziale di Serra per il web, non riesco però nemmeno a trovare le sue considerazioni del tutto insensate.
Ne riporto anch’io alcuni passaggi, per chiarezza:
L’infernale rumine elettronico che tutto ingloba e tutto ricaccia fuori, azzerando il tempo, eternando il bello come il brutto, il memorabile ed il dimenticabile… In quelle viscere luminescenti tutto si affolla ma niente passa, è come se il metabolismo delle parole, delle facce, delle idee, si intoppasse per colpa di uno stomaco così smisurato da potersi dilatare all’infinito… Quella nebulosa immensa di immagini e parole che è il web, che per presunzione “democratica” esclude ogni selezione e criterio. Bisognerebbe essere padroni del proprio passato al punto da poter cancellare almeno qualche scoria, poter scegliere cosa portarsi dietro. Il lusso di dimenticare è prezioso almeno quanto il bene della memoria. Rischiamo di confondere e guastare entrambi, cioè di essere costretti a convivere con ciò che ci è ormai estraneo, e non avere piu’ memoria di ciò che davvero ci ha cresciuto e formato.
A me non sembra che le affermazioni di Serra siano sbagliate o prive di una loro verità; un po’ esagerate, senz’altro. Ma si esagera spesso per paradosso, o per la necessità di urlare un po’ sopra le parole degli altri, o forse proprio per farsi concedere attenzione, in un mondo già zeppo di parole altrui. Infatti anche i blogger spesso esagerano nei toni; anche io, che sono un blogger dei poverissimi.
Anzi, direi che i concetti di “selezione” e “criterio”, che Serra usa esplicitamente, siano proprio essenziali per comprendere e saper usare il web. E sono probabilmente una serie di criteri di selezione quelli che impediscono a lui (come a molti altri e talvolta anche a me) di usarlo come autentica risorsa e non di perdercisi come in un labirinto. E non mi sembrano nemmeno criteri così ovvi, come si potrebbe pensare, e nemmeno mi pare che i ragazzi che frequento li abbiano così ben presenti. Non tutti, almeno, non la maggioranza.
D’altronde resta assolutamente vero che la memoria funziona proprio come strumento di selezione e di rimozione, ed è assolutamente salutare che sia così. Una memoria gigantesca, che non cancellasse e non rimuovesse mai nulla, paralizzerebbe qualunque atto, qualunque scelta, di qualunque persona.
Ma il web non è una memoria, nemmeno una memoria collettiva, e senz’altro non pretende di esserlo. È un contenitore, un puro strumento, come una valigia o una lavatrice: limitare o condannare o anche solo stigmatizzare l’uso delle lavatrici perché qualcuno potrebbe, forse, usarne una per gettarla dalla finestra e uccidere i passanti non è un’idea proprio brillante. È il non saper usare internet che rende pericoloso internet e non certo il contrario: e questo bisognerebbe una buona volta spiegarlo anche ai legislatori de noantri, che il pasticcio rischiano di combinarlo grosso, questa volta.
Insomma, è vero, sento anch’io dell’avversione pregiudiziale e un po’ irrazionale nell’articolo di Serra; e trovo a tratti le sue parole anche irritanti; ma non per questo direi che si tratta di parole insensate. Che anzi, proprio nel disagio, tutto personale, che il giornalista esprime, sta secondo me il limite più evidente del suo rapporto e delle sue considerazioni a proposito del web: il quale è una forma di energia che può essere usata sempre, da chiunque, anche quando non si possieda nessuna delle conoscenze necessarie per usarla. Ma non è mica dell’energia, il limite.
Penso che falso idillio abbia fatto la giusta analasi. Divide, infatti, la memoria pubblica da quella privata. Benigni non può certo pretendere che qualcuno dimentichi le sue performance, anche perché non saranno certo limitate alla Rete.
Il problema della troppa (o meglio: indiscrimanata) memoria della Rete è già stata analizzata da altri: la Rete e i supporti informatici consentono di ricordare anche le cosiddette discussioni effimere, come le chat e molti messaggi nei forum. Consentono di ricordare la nostra navigazione e molte altre cose. Ma questo non ha nulla a che fare con l’esempio portato da Serra.
[…] e la rete tutta. Prevedibili ed unanimi le critiche: fra gli altri di Luca Sofri, Falso Idillio, Scorfano e […]
Sperando di farti cosa gradita.
A proposito della persistenza dei dati:
La privacy nell’epoca della persistenza
di B. Schneier
http://www.communicationvalley.it/FilesProc/CryptoFileContent.php?id=94
(PDF, Pagina 3)
Originale in inglese:
http://news.bbc.co.uk/1/hi/technology/7897892.stm