Si è abbastanza parlato, in questi giorni, dell’appello di alcuni volti nuovi del Partito Democratico. Lo trovate qui. Per fortuna non vi si cita mai il termine “giovani”; piuttosto si parla «di persone attente alla modernità», «desiderose di impegnarsi e mettersi in gioco», «nuove competenze», «futuro», «nuova classe dirigente», «futuro dell’Italia», «rinnovamento», «affidare le istituzioni al futuro stesso, e non zavorrarle del passato».
Dico per fortuna, perché poi, a guardare le date di nascita (come ha cinicamente e maleducatamente fatto educazione cinica) si scopre che su 14 firmatari, in 3 hanno più di cinquant’anni; in 8 hanno già superato, anche ampiamente, la soglia dei quaranta; gli ultimi 3 stanno all’incirca intorno ai fatidici e danteschi trentacinque, l’età dello smarrimento. Nessuno è sotto, o intorno, ai trent’anni.
Per cui, se usavano la parola “giovani”, non gliela si poteva proprio perdonare.
[…] degli altri, di condizioni decisamente ingiustificabili, di capilista che ingannano gli elettori e di nuova classe dirigente attenta alla modernità. O in questi casi va benissimo aspettare pazientemente i risultati […]