Ho fatto lavori di redazione per una decina di case editrici, nel frattempo. Ho rivisto traduzioni. Ho scritto dozzine e dozzine di risvolti di copertina, nel frattempo. E ho pensato a quanta gente avrà nel frattempo comprato o non comprato un libro a causa di qualche mia parola, messa bene o messa male in quel risvolto di copertina, anticipata o ritardata di qualche riga. Le poche righe che a volte fanno la differenza tra il comprare e il non comprare.
Ho rivisto e corretto traduzioni, nel frattempo. Ho redatto centinaia, forse migliaia, di schede di lettura per gli editori e i librai di tutto il nord Italia (si chiama “copertinario” e pochi sanno che esiste; ma è uno degli impegni più gravosi, in una casa editrice). Ho scritto cataloghi e sinossi, nel frattempo. Ho compilato a mano decine di indici, a volte con migliaia di nomi e di citazioni; ho fatto pasticci e mi sono dovuto scusare. Altre volte non ho fatto pasticci ed è successo che qualcuno mi abbia scritto una lettera, per ringraziarmi.
Ho impostato, per la composizione tipografica, una trentina di edizioni di classici annotati, per una collana di libri che nessuno compra e che nessuno legge; ho discusso con una trentina di curatori, accademici e universitari, alcuni straordinariamente colti, altri molto meno. Ho corretto anche bozze, nel frattempo. Ho inventato qualche slogan pubblicitario e mi è anche successo di suggerire il titolo giusto, per qualche romanzo a cui non si sapeva che titolo affibbiare. Ho conosciuto persone interessanti e stimolanti.
Sono entrato e uscito dai portoni di diverse case editrici; pochissime volte, in alcuni portoni; per oltre quindici anni, invece, in altri più consueti e faticosi portoni. Ho preso ascensori, bussato alle porte, conversato davanti alle macchinette del caffè con redattori esperti e redattori giovanissmi, ho avuto fittissimi scambi di e-mail con traduttori e curatori, cercando di capire le loro scelte, cercando di non sembrare pedante o invadente. E ci sono stati autori ironici e gentili, saggisti simpatici, romanzieri di grande umana sensibilità, nel frattempo. C’è stato anche dell’altro, naturalmente.
Mi sono consumato gli occhi davanti a tre o quattro schermi diversi di una decina di pc diversi. Sempre cercando di non lasciarmi sfuggire la parola sbagliata, quella che andava corretta; sempre cercando di trovare la formula giusta per un risvolto di copertina, per far vendere una copia in più, per ricevere il giorno dopo i complimenti dal direttore editoriale. Ho scritto le voci di un’enciclopedia. Ho lavorato male e distrattamente, solo per denaro. Ho ricevuto proposte di lavoro che ho accettato e altre che ho dovuto rifiutare, perché non sempre c’è il tempo o la voglia. Ho avuto piccole soddisfazioni e piccole delusioni, nel frattempo. E nel frattempo ho letto anche libri bellissimi, che non so più dimenticare.
Ma nulla, nel frattempo, nulla è mai stato emozionante come entrare in una classe di studenti. Nulla è mai stato bello, nel frattempo, come entrare in una classe di studenti. Nulla, nel frattempo, è mai stato stancante o divertente o stimolante o entusiasmante come entrare in una classe di venticinque studenti a spiegare Petrarca o Ariosto o Cicerone o il cum narrativo o il concordato di Worms o perfino i verbi transitivi e intransitivi.
Quando provo a dirlo in giro, alle persone che incontro, vedo la fatica che quasi tutti fanno a capire. E capisco benissimo quel loro non capire, lo confesso. Nemmeno io mi capisco, in realtà. So solo che entro in classe e che il mondo mi cambia e che mi dimentico di tutto. E so anche, naturalmente, che non sono mai riuscito a trovare una cosa che fosse più bella di questa; e che nemmeno la cerco più, ormai.
no, dai, non ci credo che esista veramente qualcuno che scelga se prendere un libro o no, in funzione delle note sul risvolto.
mia figlia li annusa… e se non hanno un buon odore non li compra.
La maggior parte della gente, secondo le ricerche di mercato, sceglie i libri a causa della copertina o del titolo. Subito dopo, in percentuale, vengono quelli che li scelgono leggendo il risvolto. (si sta parlando, naturalmente, di coloro che entrano in una libreria senza avere un’idea precisa)
Sono un po’ stordita dal tuo elenco di incarichi: non mi sarei mai aspettata da te un elenco così preciso e ricco di particolari. Se l’obiettivo era far emergere la tua professionalità e la tua esperienza credo che tu ci sia riuscito perfettamente.
Mi sono piaciute però di più le ultime righe da cui viene fuori quella passione incontrollabile che è vitale quanto l’aria che si respira.
A Frank, ma che stai a scherzà?! E’ vero si. Mia figlia ci passa le ore a leggerli per scegliere un libro, a volte viene attratta anche dalla sola copertina, ma io dico che è stata fortunata se poi è stato un buon libro.. ma guai a non farle leggere avanti e dietro il risvolto, e lei se ne intende eh! questa estate ne ha letti 15, nonostante si sia dovuta preparare anche per gli esami di settembre.
Fai prima a farle scegliere un vestito, guarda.
A professò, questa si che è passione, lavorare con i ragazzi!, ma tu vuoi mettere la soddisfazione che hai nel plasmare, seminare, zappettare, concimare, arricchire, dare forma a quelle piccole menti che non sono altro che tabula rasa, invece di stare a combattere con quei marpioni degli editori.
COMPLIMENTI!!!!
P.S. ho scoperto in quale scuola lavori, … lo so, non ho vinto niente, ma io vivo di piccole soddisfazioni … se non altro per la ricerca effettuata.
Se tua figlia è stata rimandata e in estate ha letto 15 libri, a meno che non sia “piccoli brividi”, i preferiti di mio figlio “l’Asino”, sarebbero stati da bocciare gli insegnanti.
ciao mariano
no no, se lo meritava, inglese, lo odia e dice che quella non è una lingua, ma uno sputacchiare continuo, ha faticato molto a non essere rimandata in greco tralasciando proprio inglese, in letterattura non ha assolutamente problemi
Malgrado io sia tra quelli che credono che la vita degli uomini abbia tratto più giovamento da Monod che da Montale, tuttavia continuo a trovare Montale più consolante di Monod.
Se avessi cinquant’anni di meno sarei venuto volentieri a sentirti parlare di Montale.
Perché lo sai fare benissimo.
Quanti anni hai, fma? 315 a novembre? 😉
Mi verrebbe da dirti “bravo”, ma per come mi sento adesso quello che hai scritto mi ha fatto capire ancora meglio una cosa che mi ha girato in testa per tutto il pomeriggio.
E mi viene solamente da dirti “bravo, bravo, bravo!”. Però viene dal cuore, che è un po’ diverso.
Per quello che sento io adesso mi viene da dire che sei unico e che senza le tue parole sarei una persona molto più sola. Sono cresciuto molto leggendoti. Con affetto
Ti leggo e ti rileggo e mi sembra di capirti.
E poi, come ben sai, il cum narrativo mi commuove.
Grazie. Ci voleva questo post.
caspita! ma quando trovi il tempo di fare tutto? come ti invidio… ora capisco perché sei così…
bacio
In realtà lavora nella segreteria di Brunetta o della Gelmini
Chi non vorrebbe(ormai per i figli) un professore cosi?
Ciao, da una specie di collega.
L’aura
Ciao. 😀
Invece io un po’ credo di capirlo…
Sai che a me che non ho mai amato la scuola, ma alcuni prof sì, e che non ho mai ambito ad insegnare, hai fatto venire i brividi?
Io ho fatto, in qualche modo, il percorso inverso. Cominciato con la scuola (solo pochi anni, però) e finito in una casa editrice (e per un po’ sono rimasta sospesa tra i due mondi, lavorando, come te, nel frattempo). E mai avrei pensato, lasciando la scuola, di poterla rimpiangere. E invece, ogni tanto, mi capita. Sarà perché qualche fanciullo (ormai laureato e oltre) mi chiama ancora prof, quando lo incontro. Sarà che ti leggo e mi torna la voglia di impostare una lezione. Non cambierei percorso, tuttavia, sì, ogni tanto, mi piacerebbe tornare in una classe e magari parlare del “Giardino dei Conti-Finzini”, come scherzavano i miei alunni.
Grazie.
Di leggermi, intendo. Ti leggo sempre anch’io ed è un grande piacere farlo. Come riconoscere alcune delle cose che racconti, così ironiche e brillanti.
Ieri ho spiegato il concordato di Worms, e ho dovuto accelerare la conclusione perchè si erano tutti reciprocamente scomunicati e nessuno riconosceva più l’autorità del vicino di banco. mi sono divertita da pazzi e loro con me e tu che stasera mi hai emozionata sai che cosa intendo.
Sì, so perfettamente cosa intendi…
Mado’, Scorf, ma quante cose! Quanti anni hai tu, piuttosto, per averle fatte stare tutte in una vita sola? Ma se tu ormai sei piazzato a far l’insegnante, il posto di copertinaio è vacante? Così, si sa mai… è che proprio il fascino del cum narrativo non mi ha mai incantata… Invece, il raddoppiamento attico, vuoi mettere! 😛
Nel mio percorso scolastico avrei voluto incontrarlo davvero con tutto il cuore un insegnante come lei.
Certamente sarei stato anche fiero di averla non solo come professore di scuola, ma anche come maestro di vita.
Una doppia veste che è rarissimo trovare nel mondo odierno dell’istruzione.
Non faccio fatica a capire l’amore e la passione con la quale si guarda ad una classe, ad un insieme di menti da istruire e crescere.
Esperienze stupende, bellissime.
Sarà perchè io stesso avrei voluto fare l’insegnante, ma la tragicomica situazione italiana me lo ha impedito.
Comunque grazie.
V Maggio, di più non posso…
Sottoscrivo, e nel frattempo programmo la lezione di domani.
Cavolacciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!! Nel frattempooooooo? Ma quanto durano le tue giornate….. ???
Bravo bravo direi … oltre che per le mille cose fatte ” nel frattempo ” , soprattutto perchè …ecco …beh… insomma … sarebbe bello se a tutti i professori , insegnare piacesse quanto piace a te!
In merito al risvolto di copertina , confesso , ci sono anche io tra quelli che , così , scelgono le proprie letture. In verità , solitamente è il libro che sceglie me , mi attira ad esso quando non ho un’idea precisa su cosa mi va di leggere . Poi però c’è la copertina e poi c’è il risvolto di copertina … e lì capisco se sarà davvero mio o no!
Buona lezione … prof.!
Come ti capisco. Non cambierei mai il mestiere di insegnante, mi piace e cerco di farlo con la tua stessa passione.
Sono abbonato ad un paio di riviste mensili, di quelle che vendono libri per corrispondenza. Sono abbonato da… non so nemmeno più io quanti anni, di certo so che sono più di quindici anni. Ho letto e sto leggendo di tutto: dalla narrativa, fantascienza, horror, fantasy, saggistica (specialmente ciò che riguarda il mondo della fisica e dell’astronomia). Penso di avere qualcosa come 600 libri stipati nelle librerie qui della mia camera, da dove sto scrivendo, e le librerie della sala. Ma comunque, sempre, per ogni acquisto ho letto le recensioni e i commenti. Forse ho letto anche qualche tuo risvolto, forse mi hai incentivato a comprare un determinato libro, forse mi hai dissuaso. Comunque, l’importante è leggere.
9 anni fa mi sono iscritta a filosofia solo con il sogno di insegnare in una classe di studenti. erano ancora gli anni in cui all’insegnamento superiore si poteva accedere con la laurea. sono sicura che, a modo mio, ci avrei messo la stessa passione che descrivi tu. era quello che si dice il mio “sogno” (anche se non mi piace parlare di sogni quando si tratta di impegno e di determinazione).
leggo quello che descrivi e ti invidio, ti invidio, ti invidio. perché con le ultime riforme (e gli ultimi licenziamenti di massa) nella scuola non entrerò mai.
quanto durano le tue giornate?
caspita che carica, leggendoti stamattina mi hai fatto un po’ commuovere e anche un po’ sperare
grazie. da una che ha il morale sotto i tacchi e che stamattina proprio non vorrebbe andarci, a scuola.